La risalita di materiale contenuto nello stomaco verso l’esofago è una condizione molto comune che va, però, controllata nel tempo. Le cause sono spesso benigne e risolvibili ma, nei casi persistenti, vanno escluse le più gravi.
Il reflusso gastroesofageo è una condizione che si verifica quando il contenuto acido dello stomaco risale verso l’alto, venendo in contatto con le pareti dell’esofago. L’esofago è un tubo che connette la bocca allo stomaco e ha il compito di convogliarvi il cibo opportunamente masticato, dove inizierà ad essere digerito grazie alla produzione dei cosiddetti succhi gastrici.
I succhi gastrici
Per comprendere il significato del reflusso gastroesofageo, occorre partire dal dato di fatto che è proprio lo stomaco a produrre i succhi gastrici. Lo stomaco, quindi, è naturalmente fatto per accogliere sostanze acide; non si può dire lo stesso dell’esofago. In condizioni di normalità, il flusso del cibo masticato è ottimizzato per avvenire dall’alto verso il basso (dall’esofago verso lo stomaco), mentre esistono meccanismi che ne impediscono il passaggio inverso. Con “reflusso gastroesofageo” s’intende proprio il passaggio di materiale acido dallo stomaco all’esofago. Questo provoca un’infiammazione a livello esofageo, dal momento che, come detto, tale organo non è fatto per accogliere sostanze acide. La presenza di reflusso ha, quindi, una serie di sintomi e di conseguenze a carico dell’esofago che nel complesso prendono il nome di Malattia da Reflusso Gastroesofageo (o GERD – Gastro Esophageal Reflux Disease).
Il reflusso gastroesofageo va sempre considerato una malattia?
No, il reflusso non è sempre da considerarsi una malattia dal momento che ogni individuo, in particolare in alcune fasi della vita (si pensi, per esempio, alla gravidanza), o in condizioni particolari (per esempio dopo un pasto abbondante), può andare incontro a tale fenomeno. Il reflusso gastroesofageo assume le caratteristiche di una malattia soltanto quando supera una determinata soglia, che può essere rappresentata dal numero di episodi di reflusso o dalla loro gravità.
Si calcola che nel mondo una percentuale della popolazione compresa tra l’8% e il 33% vada incontro nel corso della propria vita a GERD, comprendendo tutte le età ed entrambi i generi. La malattia da reflusso gastroesofageo, infatti, può essere riscontrata anche in età pediatrica, in particolare nei bambini di età inferiore a 1 anno.
Quali sono le cause del reflusso gastroesofageo
In condizioni di normalità vi è una sorta di valvola unidirezionale situata tra l’esofago e lo stomaco. Tale valvola, chiamata sfintere esofageo inferiore, è in realtà costituita da un insieme di meccanismi, anatomici e non, che ne determinano l’efficace funzionamento. Tale efficacia può venire meno in varie condizioni, come per esempio dopo un pasto abbondante o dopo l’assunzione di molti liquidi.
A volte, pero, il reflusso può essere dovuto ad alterazioni anatomiche. Un esempio è la cosiddetta ernia iatale. In condizioni anatomiche normali lo stomaco è contenuto completamente nell’addome, mentre l’esofago si trova all’interno del torace. A volte, però, lo stomaco può parzialmente risalire all’interno del torace attraverso il buco nel diaframma (il muscolo che separa il torace dall’addome) chiamato “iato” diaframmatico. Nella maggior parte dei casi, l’ernia iatale è una condizione completamente asintomatica, che non richiede trattamento. A volte, però, può essere causa di reflusso. Un’altra condizione che può predisporre al reflusso gastroesofageo è l’aumento della pressione intra-addominale come avviene, per esempio, in caso di sovrappeso, obesità o gravidanza.
Come si cura la malattia da reflusso gastroesofageo
In primo luogo, non tutte le persone che presentano uno o più episodi di reflusso gastroesofageo necessitano di un trattamento. La maggior parte delle persone, infatti, può presentare nel corso della propria vita episodi di reflusso, senza che questi rappresentino una vera e propria patologia. Il reflusso gastroesofageo diventa una patologia quando per durata, numero degli episodi o gravità dei sintomi, supera una certa soglia. Per definire tale soglia il medico si basa in primo luogo sulla raccolta delle informazioni date dal paziente (anamnesi) e sull’esame clinico; in casi selezionati può prescrivere esami di approfondimento che possono comprendere una gastroscopia (si visualizza con una piccola videocamera l’interno dell’esofago e dello stomaco per escludere alterazioni), un esame radiologico, ed esami che permettono di documentare la presenza e la gravità del reflusso, nonché di definire se sono presenti alterazioni della motilità dell’esofago (pH-metria e manometria).
Il trattamento della Malattia da Reflusso
Prima di intraprendere un trattamento vanno prese in considerazione una serie di norme comportamentali, che in un grande numero di casi possono risolvere o migliorare il problema: ridurre il sovrappeso, evitare il fumo e gli alimenti acidi, evitare di coricarsi subito dopo i pasti, dormire con la testa leggermente sollevata.
In caso di persistenza dei sintomi si può ricorrere al trattamento farmacologico. Il trattamento farmacologico è efficace sulla malattia da reflusso gastroesofageo, agendo su diversi fattori: aumentare la velocità di svuotamento gastrico (farmaci “procinetici”), ridurre la produzione di acidità gastrica (inibitori di pompa protonica e H2 antagonisti), neutralizzare l’acidità gastrica e proteggere la mucosa esofagea con un meccanismo fisico e chimico (antiacidi).
Il trattamento chirurgico va riservato a casi altamente selezionati, dal momento che il trattamento medico è in grado di tenere sotto controllo i sintomi a lungo termine in un altissimo numero dei casi. Il trattamento chirurgico prevede, in genere, la realizzazione di un intervento con cui si mira a ricostruire la valvola che impedisce il reflusso del contenuto gastrico nell’esofago e prende il nome di “fundoplicatio”. Tale intervento è realizzabile nella maggioranza dei casi in laparoscopia e consiste nella costruzione di una valvola artificiale, utilizzando il fondo dello stomaco che viene “ripiegato e avvolto” su se stesso.
Fonti:
Gyawali CP, Kahrilas PJ, Savarino E et al. Modern diagnosis of GERD: the Lyon Consensus. Gut. 2018 Jul;67(7):1351-1362.
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