La psicosi è un grave disturbo di salute mentale che, alterando profondamente le capacità di pensiero, porta chi ne è affetto a perdere ogni contatto con la realtà.
L’individuo psicotico, infatti, soffre principalmente di illusioni e allucinazioni, ossia si convince di cose non vere (illusioni) e crede di sentire o vedere cose del tutto inesistenti (allucinazioni).
Le cause di psicosi sono davvero innumerevoli: può scaturire da una malattia psichiatrica (schizofrenia, disturbo bipolare ecc), da un trauma alla testa avvenuto in giovane età, da una condizione fisica (AIDS, sclerosi multipla, tumori al cervello ecc), dall’abuso di sostanze psicoattive ecc.
Per una diagnosi corretta, sono fondamentali un accurato esame obiettivo, un’anamnesi completa e un’attenta valutazione psicologica.
Il trattamento comprende una terapia causale, l’uso di antipsicotici e le tecniche di psicoterapia.
Cos’è la psicosi?
La psicosi è un serio problema di salute mentale che, per effetto di un’alterazione profonda dell’emotività e delle capacità di pensiero, porta l’individuo interessato a perdere ogni contatto con la realtà.
Lo psicotico – cioè la persona con psicosi – è un soggetto che ha una visione distorta di quanto accade attorno a lui: si convince di cose non vere e crede di sentire o vedere cose del tutto inesistenti.
EPIDEMIOLOGIA
La psicosi è più comune di quanto la maggior parte delle persone possa pensare.
Un recente studio, infatti, ha osservato che, in Inghilterra, la psicosi ha un tasso d’incidenza annuale pari a un caso ogni 2.000 individui.
Addirittura, un’altra interessante indagine statistica ha stimato che circa 3 soggetti ogni 100 sviluppano un episodio di psicosi almeno una volta nella vita.
La psicosi può insorgere a qualsiasi età; tuttavia, è rara nelle persone al di sotto dei 15 anni.
Cause
Le cause di psicosi sono innumerevoli.
Tra i fattori scatenanti, rientrano:
- I traumi alla testa
- Alcuni disordini psichiatrici (o malattie psichiatriche)
- Un ampio numero di condizioni mediche
- L’assunzione di svariate sostanze psicoattive
Nei successivi quattro sottocapitoli, l’articolo tratterà nel dettaglio le quattro categorie di cause di psicosi sopra elencate.
PSICOSI DA TRAUMI ALLA TESTA
Secondo alcune indagini scientifiche, subire traumi alla testa, soprattutto durante l’infanzia, aumenta il rischio di sviluppare una forma più o meno grave di psicosi.
MALATTIE PSICHIATRICHE CHE CAUSANO PSICOSI
Le malattie psichiatriche che possono provocare psicosi sono:
- La schizofrenia
- Il disturbo delirante (persistente)
- Il disturbo psicotico breve
- Il disturbo schizoaffettivo
- I disturbi dell’umore, tra cui la depressione grave e il disturbo bipolare
- La psicosi allucinatoria cronica
CONDIZIONI MEDICHE CHE CAUSANO PSICOSI
L’elenco delle condizioni mediche che possono provocare psicosi comprende:
- Malattie neurodegenerative, quali il morbo di Alzheimer, la demenza a corpi di Lewy, la malattia di Huntington e il morbo di Parkinson.
- Ictus.
- tumori al cervello.
- Sclerosi multipla.
- Alcune forme di epilessia.
- Malattie del neurosviluppo, come per esempio la sindrome di DiGeorge (o sindrome velo-cardio-facciale) e le anomalie cromosomiche.
- Alcune malattie dell’apparato endocrino, quali l’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo, l’insufficienza surrenalica, la sindrome di Cushing, l’ipoparatiroidismo, l’iperparatiroidismo.
- Malattie di tipo infettivo, quali l’AIDS (HIV), l’encefalite virale, la malaria, la malattia di Lyme, la sifilide.
- Alcune gravi carenze nutrizionali, come per esempio la carenza della vitamina B12.
- Alcuni errori (o difetti) congeniti del metabolismo, tra cui la porfiria e la leucodistrofia metacromatica.
- Alcune malattie metaboliche acquisite, come l’ipocalcemia, l’ipercalcemia, l’ipernatriemia, l’iponatriemia, l’ipokaliemia, l’ipomagnesemia, l’ipermagnesemia, l’ipofosfatemia, l’ipoglicemia ecc.
- Alcune malattie autoimmuni, tra cui il lupus eritematoso sistemico, la sarcoidosi e l’encefalopatia di Hashimoto.
- Alcuni disturbi del sonno, come per esempio la narcolessia.
SOSTANZE PSICOATTIVE CHE PROVOCANO PSICOSI
In genere, il termine “sostanza psicoattiva” fa riferimento a qualsiasi sostanza chimica capace di alterare le funzioni cerebrali, la percezione, l’umore e lo stato di coscienza di un individuo.
Tra le sostanze psicoattive in grado di indurre psicosi o alcuni sintomi tipici della psicosi, meritano una citazione particolare:
- Gli alcolici. Secondo alcune indagini statistiche, il 3% circa delle persone alcolizzate manifesta episodi di psicosi almeno una volta nella vita.
I soggetti maggiormente a rischio sono coloro che abusano di alcol da lungo tempo. - La marijuana (o cannabis)
- La cocaina
- Le anfetamine e le metanfetamine. Alcuni studi riportano che le metanfetamine provocano psicosi nel 25-46% di coloro che assumono tali sostanze.
- Il catinone
- Le sostanze allucinogene, come l’LSD e la psilocibina
- Gli agonisti dei recettori oppioidi di tipo k
- Alcuni antagonisti dei recettori NMDA (per esempio la ketammina)
ALTRE FORME DI PSICOSI
Esistono particolari forme di psicosi che, a causa dei motivi scatenanti, sono difficilmente inseribili in una delle precedenti categorie.
I principali esempi di queste forme di psicosi poco decifrabili sono:
- La psicosi mestruale. È una psicosi di breve durata, a comparsa improvvisa, che è collegata al ciclo mestruale.
- La psicosi post-parto. È una psicosi a insorgenza improvvisa, che alcune donne sviluppano a seguito del parto.
- La psicosi monotematica. È una forma di psicosi caratterizzata da delusioni che interessano tutte un solo tema.
- La psicosi mixedematosa (o follia mixedematosa). È una forma di psicosi che può riguardare le persone con ipotiroidismo o i soggetti che, dopo la rimozione chirurgica della tiroide, non assumono la tiroxina.
- La psicosi occupazionale. Gli esperti ne parlano quando un’attività lavorativa o la carriera lavorativa ha preso così tanto il sopravvento su una persona, che questa non pensa ad altro e assume comportamenti tipici di uno psicotico.
- La psicosi tardiva (o disfrenia tardiva). È una psicosi che può interessare i soggetti con schizofrenia, sottoposti a lunghi trattamenti farmacologici a base di antipsicotici.
- La psicosi condivisa (o follia condivisa o folie á deux). È una forma di psicosi che insorge in un individuo dopo una relazione molto stretta con un soggetto affetto da psicosi.
Quindi, il termine “psicosi condivisa” vuole indicare una psicosi che si trasmette di persona in persona.
PATOFISIOLOGIA
Nonostante numerose indagini, medici ed esperti in malattie mentali non hanno ancora capito quali siano i meccanismi biologici che portano allo sviluppo della psicosi. In altre parole, non sono ancora riusciti a stabilire per quale preciso motivo una certa condizione – per esempio la schizofrenia o l’AIDS – determini, in alcuni soggetti, l’insorgenza di una forma di psicosi.
FATTORI DI RISCHIO
Alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato che la psicosi potrebbe avere, talvolta, un’origine genetica.
Infatti, chi ha svolto le suddette ricerche ha osservato, curiosamente, che:
- Il gemello di un individuo con psicosi ha il 50% di possibilità di sviluppare lo stesso problema di salute mentale.
- Individui con un parente di sangue stretto (un genitore o un fratello) affetto da psicosi hanno una predisposizione alla psicosi.
- I bambini che nascono con una malattia genetica nota come sindrome da delezione 22q11 (N.B: è una delezione del cromosoma 22) sono particolarmente a rischio di sviluppare una forma di psicosi successiva a schizofrenia.
Sintomi e Complicanze
La psicosi può determinare un’ampia varietà di sintomi e i pazienti che ne sono affetti presentano, ognuno, un quadro sintomatologico caratteristico.
Tra i vari sintomi indotti dalla psicosi, ce ne sono 4 che caratterizzano praticamente la totalità dei casi.
Queste 4 manifestazioni cliniche – che, visto la ricorrenza, si potrebbero definire con il termine di manifestazioni tipiche – sono:
- Le allucinazioni
- Le illusioni
- La confusione e i disturbi di pensiero
- La mancanza di comprensione e consapevolezza di sé
Elenco di altri sintomi della psicosi:
- Difficoltà di concentrazione
- Umore basso
- Ansia
- Agitazione e comportamenti violenti
- Isolamento sociale
- Disturbi del sonno
ALLUCINAZIONI
Gli esperti definiscono un’allucinazione come “una percezione sensoriale in assenza di stimoli esterni”. Semplificando, un individuo ha un’allucinazione quando percepisce come reale ciò che in realtà è solo immaginario.
Le allucinazioni possono riguardare tutti i cinque i sensi, quindi la vista, l’udito, il tatto, il gusto e l’odorato.
ILLUSIONI
Un’illusione è una distorsione della percezione sensoriale. Un individuo con illusioni si convince di cose non vere e sviluppa pensieri bizzarri.
Per esempio, un’illusione tipica dei soggetti con psicosi consiste nel credere che ci siano persone od organizzazioni intente a far loro del male o a ucciderli.
CONFUSIONE E DISTURBI DI PENSIERO
In presenza di confusione e disturbi di pensiero, il soggetto psicotico mostra la tendenza a:
- Parlare in maniera rapida e costante (cioè senza variazioni)
- Cambiare discorso improvvisamente
- Perdere improvvisamente il filo dei propri pensieri. In questi frangenti, si ferma di parlare o di completare ciò che sta eseguendo.
MANCANZA DI COMPRENSIONE E CONSAPEVOLEZZA DI SĖ
Con mancanza di comprensione e consapevolezza di sé, gli esperti fanno riferimento all’incapacità, da parte dei soggetti con psicosi, di riconoscere i propri problemi (allucinazioni, illusioni ecc).
È particolarmente curioso il fatto che questa incapacità riguarda solo sé stessi e non gli altri: l’individuo psicotico, infatti, è capace di riconoscere i comportamenti bizzarri o le illusioni che possono coinvolgere individui con disturbi analoghi ai suoi.
COMPLICAZIONI
Tra le complicanze della psicosi, rientrano:
- L’autolesionismo. Una recente indagine statistica riporta che una persona su 10 con psicosi ha una storia di autolesionismo.
- Il suicidio. Secondo alcuni studi, una persona su 5 con psicosi tenta il suicidio e un individuo su 25 con psicosi si uccide.
- L’abuso di droghe e/o alcol.
- Gli effetti a lungo termine degli antipsicotici, assunti per il trattamento della psicosi stessa. Un trattamento prolungato a base di antipsicotici può determinare un aumento del peso corporeo, la sindrome metabolica e la discinesia tardiva.
Diagnosi
Per una diagnosi di psicosi, sono fondamentali: un accurato esame obiettivo, un’attenta anamnesi (o storia clinica) e una valutazione psichiatrica.
L’eventuale ricorso ad analisi di laboratorio (esami del sangue ecc) e a esami di diagnostica per immagini (raggi X, TAC, risonanza magnetica nucleare ecc.) serve a chiarire in maniera definitiva le cause.
Una precisa conoscenza dei fattori scatenanti la psicosi permette al medico di pianificare il trattamento più adeguato alle circostanze.
Nota bene: attualmente, non esiste alcun test diagnostico specifico per la psicosi. È per questo motivo che bisogna ricorrere a diversi test di valutazione.
IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE
Una diagnosi precoce di psicosi aumenta le probabilità di successo della terapia.
Pertanto, in presenza di sintomi sospetti, è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico e sottoporsi agli eventuali esami d’approfondimento che quest’ultimo prescrive.
Trattamento
Generalmente, il trattamento di una psicosi comprende una terapia focalizzata alla cura delle cause (terapia causale), la somministrazione di farmaci antipsicotici e la psicoterapia.
Inoltre, può rappresentare un valido aiuto anche la frequentazione di gruppi di supporto, che coinvolgono persone con problematiche analoghe.
TERAPIA CAUSALE
La terapia causale varia a seconda dei fattori scatenanti e rappresenta un aspetto fondamentale per poter guarire da numerose forme di psicosi.
Sono esempi di terapia causale:
- I programmi per la disintossicazione da alcol, quando la psicosi è successiva all’abuso di sostanze alcoliche, o i programmi di disintossicazione da stupefacenti (cocaina, marijuana, LSD ecc), quando la psicosi è dovuta all’abuso di droghe o allucinogeni.
- L’integrazione vitaminica, quando la psicosi è dovuta alla carenza di una vitamina (per esempio B12).
- La somministrazione di farmaci per l’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo, l’ipoparatiroidismo ecc, quando la psicosi è conseguenza di uno dei suddetti disturbi dell’apparato endocrino.
- I programmi terapeutici per la cura di quelle malattie psichiatriche che possono causare psicosi (schizofrenia, disturbo bipolare, disturbo delirante ecc).
ANTIPSICOTICI
Gli antipsicotici, o neurolettici, rappresentano il trattamento farmacologico d’elezione per la psicosi.
Agendo sulla dopamina (un neurotrasmettitore del cervello), essi hanno un effetto calmante, antiallucinatorio e stabilizzante l’umore.
L’effetto calmante è apprezzabile già dopo poche ore, mentre quello antiallucinatorio e quello stabilizzante dell’umore richiedono diversi giorni, se non anche un paio di settimane.
Le possibili modalità di somministrazione sono due: per bocca (via orale) o tramite iniezione endovenosa. Gli antipsicotici somministrabili tramite iniezione endovenosa sono farmaci a lento rilascio, ossia farmaci che agiscono in maniera graduale. Il vantaggio di utilizzare farmaci a lento rilascio consiste nel numero contenuto di iniezioni: in genere, una ogni 2-6 settimane.
In caso di psicosi indotta da schizofrenia o disturbo bipolare, l’assunzione degli antipsicotici è un trattamento di lunga durata.
L’utilizzo degli antipsicotici richiede un monitoraggio attento quando il paziente soffre di epilessia o di un qualche disturbo cardiovascolare.
PSICOTERAPIA
La psicoterapia è un termine dall’ampio significato e che comprende varie tecniche di trattamento psicologico. Tra queste tecniche, le più praticate in caso di psicosi sono: la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia familiare.
Entrando più nel dettaglio:
- La terapia cognitivo-comportamentale è una forma di psicoterapia, che ha lo scopo di insegnare al paziente come riconoscere e dominare i comportamenti problematici (o disattivi).
In caso di psicosi, l’obiettivo della terapia cognitivo-comportamentale è quello di educare il soggetto psicotico a controllare le crisi d’ansia, i comportamenti violenti, l’agitazione dovuta alle allucinazioni e/o illusioni ecc. - La terapia familiare è una forma di psicoterapia che interessa tutta la famiglia del malato.
Brevemente, si basa sul concetto che i genitori, i fratelli e gli altri parenti più stretti giochino un ruolo determinante nel supportare il proprio caro, durante il percorso terapeutico previsto per lui.
Per ottenere buoni risultati dalla terapia familiare, è bene che la famiglia impari le caratteristiche della malattia in atto e come aiutare al meglio chi ne è affetto.
Prognosi
In base a diverse evidenze cliniche, la prognosi in caso di psicosi è migliore quando le terapie hanno avuto inizio agli esordi della malattia mentale.
Prevenzione
Secondo la maggior parte dei medici psichiatri e degli esperti in malattie mentali, prevenire la psicosi sarebbe impossibile.
Malgrado ciò, esistono degli interessanti studi che hanno dimostrato come il sottoporre a terapia cognitivo-comportamentale persone a rischio di psicosi possa, in un certo grado, ridurre il suddetto rischio.