L’osteoporosi colpisce circa 5 milioni d’italiani. Un recente studio ha confermato come l’esercizio fisico, anche di tipo mirato, possa aiutare a prevenirla.
Le nostre ossa sono rigide e robuste, perché nella loro costituzione hanno una componente minerale rappresentata essenzialmente da calcio e fosforo. Questa caratteristica è fondamentale, perché il tessuto osseo, a differenza degli altri tessuti che costituiscono il corpo umano, deve essere duro e deve resistere agli urti e agli sforzi a cui quotidianamente viene sottoposto. Anche non particolarmente violenti come, ad esempio, quando camminiamo o andiamo a correre. In alcuni casi, soprattutto nelle donne, la fragilità delle ossa può aumentare perché la quota minerale che le compone si riduce. Questa condizione va sotto il nome di osteoporosi ed è facile capire come aumenti considerevolmente il rischio di fratture, che tipicamente si verificano principalmente a livello del femore, delle vertebre e del polso.
L’osteoporosi costituisce un importante problema di salute pubblica, perché è molto frequente. In Italia, secondo il Ministero della Salute, colpisce circa 5 milioni di persone di cui la maggior parte è rappresentata da donne in post menopausa. Nel 2017, nel nostro Paese, si sono verificate 560 mila fratture da fragilità, cioè apparentemente senza una causa o che comunque sono dovute a traumi molto lievi, che in una persona con le ossa normalmente resistenti non causerebbero alcun problema.
Attività fisica e osteoporosi
L’inattività fisica è un fattore di rischio importante per l’osteoporosi e si sa, lo sport non sempre è il nostro forte: nell’Unione Europea si stima che meno di un terzo delle persone adulte dedichino i famosi 150 minuti alla settimana raccomandati dalle linee guida all’attività fisica, o anche solo 75 minuti nel caso di esercizio più intenso. Sulla rivista scientifica Lancet Diabetes & Endocrinology è stato da poco pubblicata una revisione della letteratura scientifica che valuta l’associazione fra l’attività fisica e la salute delle ossa, con particolare attenzione agli adulti d’età superiore ai quarant’anni. In generale si è visto che l’attività fisica è associata a una riduzione del rischio di fratture. Ovviamente, uno dei limiti più grandi degli studi che in questa revisione vengono sintetizzati è che normalmente l’attività fisica è praticata in misura maggiore dalle persone sane, quindi con un minor rischio di fratture. Pertanto, bisognerebbe sicuramente indagare ulteriormente con altri studi, ma l’evidenza scientifica è concorde sul dichiarare che un’attività fisica regolare alle ossa faccia bene.
Quale attività fisica
L’articolo in questione descrive, in base agli studi che sono stati analizzati, quali sono gli esercizi che dovrebbero essere raccomandati. Le linee guida generali sull’attività fisica esortano la pratica di 150 minuti di esercizio aerobico da moderato a vigoroso alla settimana. Per quanto siano necessari altri studi per chiarire definitivamente la correlazione fra attività fisica e riduzione del rischio di cadute, le linee guida specifiche sull’osteoporosi non differiscono di molto rispetto alle altre, ma prediligono le attività di resistenza o di forza, come esercizi di allenamento statico (per esempio un allenamento eseguito in una situazione di disequilibrio, tipo su una gamba sola), oppure l’allenamento con i pesi.
Prevenire è importante
Come abbiamo detto, le fratture da fragilità sono un importante problema di sanità pubblica. Possono portare a una grave disabilità e rappresentano un ostacolo per un invecchiamento in buona salute perché spesso impediscono l’indipendenza e costringono a lunghi periodi a letto. Questo è particolarmente importante nelle persone anziane, che in seguito a una frattura possono metterci molto tempo a recuperare la capacità di portare a termine le attività di sempre, dal camminare autonomamente alla necessità di avere qualcuno che li accompagni per esempio a fare la spesa. Ciò comporta ovviamente uno stress, non solo sul piano fisico, ma anche su quello emotivo ed economico. Inoltre, in chi ha subito una frattura da fragilità, è più probabile che se ne verifichi una seconda. La prevenzione, anche in questo caso, è fondamentale: il rischio di osteoporosi si abbassa considerevolmente attraverso gli stili di vita sani, l’alimentazione, una regolare attività fisica e l’astensione dal fumo di sigaretta.
Inoltre è importante, nel caso si possiedano fattori di rischio (come, per esempio, avere più di sessantacinque anni, soprattutto se associato al fumo o a un inadeguato apporto di calcio con la dieta), sottoporsi a un esame specifico che è la densitometria ossea, di cui vi abbiamo recentemente parlato su Medical Facts. Ovviamente i provvedimenti di prevenzione dell’osteoporosi descritti valgono anche nel caso di osteoporosi accertata, questa volta non più per cercare di evitarne la comparsa, quanto per ridurre il rischio complessivo di frattura aumentando l’efficacia della terapia farmacologica. Ma soprattutto la prevenzione è fondamentale anche nei giovani, per mantenere le ossa in salute sempre, o per lo meno il più a lungo possibile. Insomma, per l’ennesima volta: l’attività fisica fa bene e non solo per un aspetto estetico migliore.
Fonti:
Jane A Cauley, Lora Giangregorio. Physical activity and skeletal health in adults. Lancet Diabetes Endocrinol 2020; 8: 150–62